La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
tutta un'annata, non èrano quasi più, parte perdute in un orbìssimo abuso, parte distrutte da quella ferocia stolta, che gode, men del proprio
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, una smania rasentante lo spàsimo, di rigustare la riconoscenza, ch'èrasi pinta nella faccia di Gualdo, e i baci, che sulle labbra di Forestina èrano
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parlàvano tutti a una volta. Parèa che il tempo stesse lor per fallire. Èrano laidità; èrano orrende bestemmie. E intanto si sconficcàvan le casse
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che Gualdo s'avèa, all'ingiro, argomenti fortìssimi; avèasi i luoghi, che non si pòngon la màschera come i loro abitanti; e colà, i luoghi, non èrano
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mento. Ma Tecla la Nera, piantàndogli in faccia due sguardi, che èrano stilettate, e accennando a sè stessa, esclamò: noi non siam roba! - Rispose con
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Mario! sò che le ore in cui ti attendevo mi èrano le più lunghe, e le più brevi quelle in cui ti avevo al mio fianco; sò che, quando apparivi
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leggitore. Tolti i confini, i due campi èrano fatti uno solo. Non più giùdici e rei; non più stranieri a stranieri: figli si ritrovàvano tutti di una
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' de' nemici. Marra e bipenne non èrano che armi dissimulate. E, intorno alle case, vedèvansi fossi e rifossi non aperti alle aque, e nelle pareti
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èrano fatti, ammazzolando ciclàmini a margherite, e fioralisi a giunchiglie, si avvolse e riavvolse nei verdi meandri della foresta, finchè venne a
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, che la verzura abbigliava e donde uscìa il fumo in pacìfiche spire, èrano mezzo franate: campi ed ortaglie serbàvano i segni della gràndine umana. - Or